C’era una volta, (in un lontano futuro), la più grande eroina di Squary Eyes City. Sulla città regnava la pace da quando era arrivata. Il suo carattere riusciva a dissipare ogni piccolo conflitto. Quando un problema sembrava insormontabile per lei era come bere acqua fresca risolverlo. Il suo coraggio non aveva pari e aveva raccolto esperienze e visto di tutto nella sua vita di avventuriera.
I dito-vermi delle pianure, le piante carnivore delle alture, i tentativi di invasione degli ostili barbari dagli occhi di serpente -insomma, è un elenco lungo da riportare-, ma qualsiasi pericoloso ostacolo vi possa venire in mente state certi che Galette Des Rois Von Fa Fa Fa Faraganat, per gli amici Galette, fosse pronta prima ancora di estrarre la spada ad affrontare e vincere su ogni avversità.
I cittadini di Squary Eyes City, per la maggior parte molto paurosi e pigri, erano ben felici che si fosse trasferita stabilmente in città.
Un giorno al mercato cittadino dove si riunivano ogni settimana i mercanti di tutti i territori per vendere ogni genere di cose, un enorme tricheco in fuga uscito dal vicolo del pesce si scontrò contro Galette facendole perdere l’equilibrio. Al suo seguito il tricheco aveva una aragosta. Non solo! Subito dietro il tricheco e l’aragosta, sempre in fuga con loro, c’era un melmoso fiore di loto ed erano tutti inequivocabilmente altrettanto giganti!
I tre avevano fatto amicizia nella vasca del pescivendolo del mare del nord durante il viaggio verso la città e la terribile attesa di venire venduti al mercato. Dopo avere studiato un piano di fuga, senza mai avere camminato sulla terraferma e muovendosi in maniera molto goffa ed insicura, usciti dalla loro prigione, nella foga, sbatterono uno dopo l’altro contro Galette che era immersa nei suoi pensieri, con la guardia abbassata e dopo essere roteata come una trottola scivolò, rompendosi la gamba.
Il caos, con Galette messa fuori combattimento, scoppiò nel mercato. Garlico, che era diventato apprendista di un nuovo mago e si trovava lì con una lunga lista di ingredienti da acquistare per esercitarsi in preparazione dei prossimi esami, cercò di aiutare come poteva i cittadini che scappavano in tutte le direzioni.
Meringa ed i suoi migliori amici si trovavano al parco, a pochi isolati dal putiferio. Erano totalmente inconsapevoli di tutto ciò che stava succedendo. Al passaggio delle tre creature mastodontiche visibilmente impaurite alla ricerca di qualcosa di simile al loro ambiente naturale, furono loro stessi a condurli verso la libertà, al delta del fiume di Squary Eyes City che le avrebbe portate al mare. Prima di tuffarsi in acqua il tricheco, l’aragosta e il fiore di loto si inchinarono verso i bambini in segno di profonda gratitudine nei loro confronti.
Capendo di non riuscire a controllare la situazione senza ricorrere alla magia, mangiando tre spicchi d’aglio, temporaneamente Garlico prese la sua forma mostruosa ed espandendo la coltre di nuvola d’aglio che solitamente gli avvolgeva la testa, riuscì a rallentare e confondere i cittadini, portandoli ad uno stato di pesante sonnolenza. Riconoscendo da lontano la grande nuvola di aglio del padre sul mercato, Meringa capì che era successo qualcosa di strano e con gli amici, correndo, si diresse in quella direzione. Soltanto alle porte del mercato i quattro si accorsero della distruzione.
Galette Des Rois Von Fa Fa Fa Faraganat in tutto questo era ancora a terra, visibilmente dolorante. La sua gamba aveva bisogno immediatamente di cure. Non le era mai mai mai mai mai successo di essere colta di sorpresa, ma è sicuramente quello che succede quando un tricheco, una aragosta ed un fiore di loto colossali in fuga, uscendo a tutta velocità dal vicolo del pesce, si scontrano contro di te all’improvviso facendoti roteare e cadere a terra.
Garlico, Meringa ed i suoi amici pur capendo tutti il terribile dolore alla gamba, non capivano perché stesse piangendo in quel modo. Galette era inconsolabile. C’era qualcosa oltre il dolore della frattura che le impediva di rialzarsi e non riuscì a spiegarsi fino ad aver raggiunto l’ospedale di Squary Eyes City.
È lì che dal letto di degenza, con la gamba immobilizzata, davanti a tutti, Galette Des Rois Von Fa Fa Fa Faraganat confessò il suo tormento e per la prima volta si mostrò oltre il suo coraggio ed espose i suoi veri sentimenti. Quel mattino si trovava al mercato per fare scorte di cibo. Era tutto quasi pronto per una missione. Il giorno dopo avrebbe dovuto intraprendere un lungo e pericoloso viaggio per raggiungere il suo innamorato segreto: il famoso poeta errante Risotto Parbo.
Risotto detestava i rumori. Sostenendo di non riuscire a scrivere niente di significativo a Squary Eyes City era partito da tempo per riuscire a comporre, ripetendolo di continuo, il sonetto perfetto. Dopo essere stato visto attraversare le montagne al confine degli Starry Eyes con il suo equipaggiamento di registrazione -una lunga fila indiana di dito-vermi-grammofono-, se ne era persa traccia fino a quando un messaggio trasportato da due suoi assistenti, due dito-vermi-grammofono di ultima generazione, non era arrivato a Galette. Il messaggio, recitato dai dito-vermi, era molto breve, -come la memoria di due dito-verme messi insieme, per questo ci volevano molti dito-vermi-grammofono per registrare lunghi componimenti, ma anche questa è un’altra storia-, e diceva:
...
TzzzZzzZzz
...
Il mio nome è Risotto Parbo
e questo è un messaggio per la mia amata Galette.
Uno-due-tre.
Uno-due-tre.
Fa Fa Fa.
Fa Fa Fa.
Check. Check. Check.
Uno.
Fa.
Check.
Fa Fa Fa.
Qui tutto
senza di te
è buio pesto.
Ti ho lasciato per trovare
per me stesso
un nuovo percorso.
Ma nei palmi
delle tue mani
so che batte
ancora il mio cuore!
Fa Fa Fa
Fa Fa
Fa
Oh Galette,
mi sono perso!
Vieni a cercarmi!
Oh Galette,
mi sono perso
Vieni...
Fa fa fa
a salvarmi!
Oh Galette,
porta un po' di luce
In questa notte!
Tutto è triste,
tutto è nero
intorno a me!
Non c'è modo
per uscire da qui,
solo fiumi di lacrime, si!
Vieni a salvarmi!
Vieni a salvarmi, Galette!
Mi sono perso così tanto
che non vedo il cielo da giorni.
Non vedo l'orizzonte,
non vedo le stelle,
non vedo nemmeno me stesso!
Mi sembra di
essere stato inghiottito
da una spessa melma nera!
Sono stato
accecato dal mio ego
e ho fatto anche un pasticcio.
Non c'è modo di uscire da qui
per tornare da te.
Oh Galette!
Vieni a salvarmi!
Fa Fa Fa
Fa Fa
Fa
TzzzZzzzZz
...
Nella stanza ci fu un attimo di silenzio. Era senza ombra di dubbio la richiesta di soccorso più bella, tragica e ritmata che i presenti attorno al letto d’ospedale avessero mai sentito. Erano tutti commossi. Meringa, mentre Galette era scoppiata nuovamente in un pianto inconsolabile, per un attimo desiderò che il padre Garlico quando litigava con sua mamma Ibisca si andasse a perdere anche lui e le mandasse delle registrazioni altrettanto belle.
Dalla finestra dell’ospedale intanto qualcuno era in ascolto oltre ai presenti. Il pianto sincero di Galette aveva richiamato le tre creature che l’avevano urtata. Arrivate al mare, avevano rinunciato alla fuga ed erano tornate indietro per il dispiacere ed il profondo senso di colpa udendo da lontano la sua voce.
Erano visibilmente tristi e dispiaciuti di averle fatto del male e volevano rendersi utili in qualsiasi modo.
Al mercato Garlico aveva comprato gli ingredienti sufficienti per esercitarsi in vista degli esami sulla magia della fusione. Interpretando la loro richiesta fuse i loro corpi insieme, e per sbaglio il suo con i loro, in un unico straordinario essere avvolto da una densa nuvola da cui uscivano pinne, zanne, chele e mucillagini su cui i bambini, seguendo la fiduciosa Meringa, si misero in groppa. La fusione dei corpi di un tricheco, di una aragosta, di un fiore di loto giganti, di Garlico l’apprendista mago e i nostri piccoli eroi, si lanciò al soccorso del famoso poeta errante Risotto Parbo.
Galette era sorpresa dalla generosità di tutti loro. Non era abituata ad essere aiutata. Nella vita era diventata una eroina proprio perché si era sempre dovuta arrangiare da sola. È così che aveva costruito il coraggio per cui era conosciuta in ogni dove. Un ostacolo dopo l’altro, il continuo allenamento l’aveva portata a dimenticarsi dei suoi problemi e dei suoi bisogni occupandosi continuamente degli altri. Per la prima volta sentì di potersi prendere cura di sé leggendo fumetti e guardando la tv riposando la gamba da un morbido letto di ospedale, abbandonandosi alla fiducia verso i suoi nuovi amici e mettendo il suo amato nelle loro mani. Non aveva comunque altra scelta all’infuori di questa.
Il gruppo partito da Squary Eyes City attraversò giorno dopo giorno le pianure dei dito-vermi, le alture delle piante carnivore, le terre dei barbari dei popoli dagli occhi di serpente e si ritrovò dopo settimane di viaggio davanti ai nuovi territori dell’Universo in formazione.
Senza alcun dubbio il poeta errante Risotto Parbo descriveva quel luogo nella registrazione arrivata a Galette. Non c’era orizzonte perché lì il confine era in continua creazione. Non c’erano stelle perché era tutto sostituito da un vuoto uniforme da cui veniva generato il continuo divenire della creazione in continua espansione. Senza dubbio, capirono tutti i presenti, quello era il luogo adatto per un poeta errante per concepire versi leggendari.
Scrutando nel vuoto, urlando il nome Risotto! Risotto! Risotto!, una voce rispose dall’abisso.
Un luccicorio dal buio formato da miliardi di piccolissime mani oscure che fondevano operosamente catene di atomi primordiali, spiegò che Risotto non esisteva più nel loro piano di esistenza. Era entrato a fare parte del piano della non-esistenza.
Il poeta errante Risotto alla ricerca del sonetto perfetto, continuò a spiegare la voce, per tutta la vita aveva cercato fuori da sé, in lungo ed in largo, quello che si ostinava a non volere trovare dentro di sé. Questa debolezza al cospetto dell’Universo in formazione lo aveva condannato a venire assorbito.
La presunta profondità di Risotto, pur essendo da tutti considerato un poeta, non era sufficiente a respingere il vuoto dell’Universo in formazione.
La voce con le sue miliardi di mani indicò ognuno di loro e li portò a comprendere ciò che era ovvio. Nessuno di loro infatti era stato assorbito. Il coraggio e la determinazione ed il senso di profonda amicizia verso Galette che avevano dimostrato per arrivare alla soglia dell’Universo in formazione neutralizzava la naturale voracità del vuoto. Voi qui non correte alcun pericolo, disse, ma niente può fare tornare Risotto perché questa fusione è irreversibile. Era la sua stessa inconsistenza che rendeva impossibile di ricondurlo alla materia. Il gruppo era davvero affranto. Meringa era davvero super triste.
Alle loro spalle, improvvisamente, il tuono di una chitarra elettrica fece tremare le fibre dello spazio-tempo. Era un suono così distorto che l'incantesimo di fusione di Garlico si ruppe e le creature si divisero ognuna nella sua forma originale. Era Galette che, dopo qualche settimana di riposo si era stancata della convalescenza. Dopo tutto era una persona d’azione. Aveva raggiunto i suoi amici radunando tutti i dito-vermi-grammofono che aveva raccolto nelle pianure e si preparava a riportare dall’abisso il suo amato Risotto. Con un nuovo assolo generò dalla sua chitarra un’altra onda d’urto e con un dito-verme-microfono in mano si preparò ad urlare con tutta la sua voce per raggiungere Risotto Parbo ovunque egli potesse essere finito in quell’abisso:
...
Uno-due.
Uno-due.
Ri-sot-to.
Ri-sot-to.
Check.
Check.
Uno.
Due.
Risotto!
Ok.
Ora ha senso
com’è che sei finito
così lontano.
Qui c'è pace.
Lontano dai rumori,
dal caos,
lontano da ogni guerra.
Se mi senti,
perso nell'infinito,
è da tanto tempo che
volevo che tu lo sapessi:
Non voglio più
essere un'eroina!
- Evviva, l'ho detto! -
Se mi senti,
perso nell'infinito,
è da tanto tempo che
volevo che tu lo sapessi:
nessun sonetto epico
vale la vita
di un poeta trovatore!
- Evviva, l'ho detto! -
Se mi senti,
amore mio
perso nell'infinito,
trova il coraggio,
trova la forza,
trova la fede,
in te stesso!
Sii l'eroe
che hai bisogno di essere
esci da questo buio
e torna da me!
Fallo da solo!
Credici e basta!
Trova l'eroe
dentro di te
e fai un passo fuori
dalla spessa melma nera!
Non hai bisogno di me per questo!
Risotto, torna!
Torna da me!
L’Universo in formazione e tutti i presenti erano senza parole inclusi il tricheco, l’aragosta e il fiore di loto. Si guardavano l’uno con l’altro cercando di non esprimere i loro sentimenti. C’era chi tratteneva le lacrime, chi applaudiva, chi ancora teneva il tempo continuando la canzone appena ascoltata e c’era tanto, tanto imbarazzo. Galette aveva composto la canzone più brutta e allo stesso tempo più profonda che tutti avessero mai sentito. Era davvero orribile in effetti, ma accompagnata dalla distorsione della chitarra e la sua voce rotta ogni persona presente in qualche modo era stata portata ad un profondo senso di commozione.
Anche le faglie dell’Universo in continua formazione erano state turbate dall’ascolto in maniera così profonda che il buio sputò fuori uno strano essere, una sorta di larva luccicante e pulsante. Era Risotto Parbo che tornava al mondo fisico sotto forma di qualcosa di simile ad un piccolo verme della grandezza di un chicco di riso. Per tornare al suo stato adulto, in una situazione normale, avrebbe avuto bisogno di alcuni anni.
L’Universo in formazione, capendo che non c’era più niente di normale attorno a sé, decise che per liberarsi di questa brigata di matti e tornare al suo paziente lavoro, avrebbe dovuto dare forma a Risotto Parbo tale e quale a prima che iniziasse questa sua disavventura. E così fece, anche perché era certo che tutti i presenti, Universo in formazione compreso, avevano imparato una lezione da questo viaggio. Una lezione che avrebbero tutti ricordato per il resto dei loro giorni. Galette, vedendo il suo Risotto tornare tale e quale a prima, si lanciò verso di lui stritolandolo in un bacio dando il benvenuto al suo amato tornato in vita ed alla sua forma normale.
Risotto aveva imparato la sua bella lezione da questa sua avventura e anche Galette sentiva che qualcosa in lei era cambiato. Tornare a dedicarsi a sé stessa durante il tempo passato in ospedale, tornare a leggere e studiare le aveva dato il tempo utile per capire ciò che davvero voleva. Galette e Risotto erano due persone molto diverse, molto, molto, molto diverse ma senza dubbio erano affamate di cultura. Salutarono i presenti e quello che si sa di loro due è che poco dopo si iscrissero nuovamente all’università.
Meringa, dalla sua camera dove avrebbe dovuto studiare matematica per l’interrogazione del giorno dopo, chiuse il quaderno in cui da poco aveva iniziato a scrivere storie di sua invenzione seguendo il consiglio della sua insegnante di lettere. Si accorse di come non appena avesse scritto l’ultima parola della nuova storia sulla carta, i suoi genitori avessero smesso di litigare. Non li sentiva più alternare dei momenti di terribile silenzio a dei momenti di rabbia esplosiva con accuse reciproche su cose insignificanti. La loro voce era diventata piena di affetto, calma e si stavano preparando un tè parlando di nuovi progetti da fare nell’immediato futuro.
Non aveva ancora capito come, ma il mondo di Squary Eyes in quel quaderno ed il suo sembravano potersi influenzare l’uno con l’altro.